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TAMPONE ANTIGENICO RAPIDO, TAMPONE MOLECOLARE: COSA SONO E COME FUNZIONANO

TAMPONE ANTIGENICO RAPIDO, TAMPONE MOLECOLARE: COSA SONO E COME FUNZIONANO

I tamponi sono stati a lungo lo strumento principale per il contrasto alla diffusione del contagio da virus Sars-Cov-2. Nei mesi in cui il reperimento delle mascherine ffp2 è stato difficoltoso e i vaccini erano ancora in fase di sviluppo, l’unica possibilità di controllare i contagi era data dal loro tracciamento.

Il tampone molecolare era l’unica risorsa disponibile e il suo ruolo è stato fondamentale perché la situazione non precipitasse ulteriormente.

Ma come funziona un tampone molecolare?

Un tampone molecolare, detto anche PCR (Polymerase Chain Reaction, “Reazione a Catena della Polimerasi”) riconosce il genoma del virus e agisce attraverso un processo di clonazione reiterata di uno specifico segmento di dna rilevabile nel campione biologico.

Attraverso questa metodologia è possibile raggiungere un livello di “purezza” di tale segmento da consentire di individuare una singola molecola di DNA all’interno di un campione, in modo da il test di rilevare il patogeno anche con una bassa carica virale in soggetti sintomatici, pre-sintomatici o asintomatici

Grazie alla loro altissima attendibilità i tamponi molecolari sono individuati come il “gold standard” per la rilevazione dei contagi.

I tamponi antigenici rapidi

Con il passare dei mesi, già a partire da quella che poi è stata definita la “seconda ondata” di Covid19, sono cominciati a comparire dei test di diversa natura, di attendibilità molto inferiore rispetto a quella dei tamponi molecolari, ma piuttosto rapidi e di sempre maggiore disponibilità. Si trattava dei tamponi antigenici.

Come recita il loro stesso nome, il loro compito è di rilevare le proteine virali (antigeni) come proteine Spike e Nucleocapsideche, che si legano agli anticorpi, sia in un campione prelevato mediante tampone orofaringeo che in un campione di saliva.

I tamponi rapidi contengono quindi gli anticorpi che sono specificamente in grado di legarsi agli antigeni virali del coronavirus.

Accolti inizialmente in maniera fredda dai comitati tecnici dei vari paesi, i tamponi antigenici rapidi hanno visto rivalutare il loro ruolo per più di un motivo:

-        Il grande numero di contagi non era più gestibile attraverso le tempistiche dettate dai test molecolari e in più le quantità disponibili di reagenti per il loro svolgimento non consentivano di affrontare l’intera mole di richieste

-        Il livello qualitativo e l’attendibilità del test rapido antigenico sono cresciuti in breve tempo

-        Il criterio di riduzione del rischio statistico ha reso accettabile la pur minore attendibilità dei tamponi antigenici al fine di aumentare la quantità di positivi tracciati

In ogni caso a una positività con tampone rapido antigenico doveva corrispondere una controprova ottenuta mediante successivo tampone molecolare.

Affidabilità dei test rapidi antigenici Covid19

L’affidabilità di un test rapido antigenico è determinata da alcune variabili che è necessario tenere ben presenti:

1.      La qualità del campione prelevato
Un campione prelevato da un professionista oppure attenendosi minuziosamente alle istruzioni del test gode di un’attendibilità prossima a quella dichiarata dal produttore. Qualunque forma di trascuratezza o superficialità in tale fase esporrebbe al grave rischio di falso positivo

2.      Sensibilità del test scelto
Un test è un prodotto e come tale va valutato: bisogna scegliere test la cui sensibilità dichiarata dal produttore non sia inferiore al 90%

3.      Periodo della rilevazione
Il test antigenico rapido non ha la capacità di rilevazione di un molecolare, per sua stessa natura: in ogni caso non rileverà il virus in fase di incubazione o nella bassa carica virale da contagio in fase discendente. Dal quarto-quinto giorno dalla data ipotetica del contatto sospetto però la sua affidabilità è molto elevata

Quando Fare il Tampone Rapido antigenico dopo un contatto a rischio?

Il tampone rapido in questi casi andrebbe praticato da 48 ore a 5 giorni dopo. Sarebbe in ogni caso opportuno effettuato dopo due giorni in caso si sospetti di aver avuto un contatto a rischio e ripeterlo al quinto giorno.

In caso di sintomi quando si può fare un test rapido?

Se si dovessero manifestare dei sintomi compatibili con quelli relativi al COVID, è giusto fare subito il tampone. L’esordio dei sintomi avviene dopo il periodo d'incubazione e in questi casi il tampone è già in grado di rilevare un'eventuale positività.

I tamponi antigenici di ultima generazione

I tamponi antigenici sono suddivisi nominalmente per generazioni, la qual cosa determina qualche equivoco. L’accezione più comune di nuova generazione di tampone antigenico rapido è quella legata all’avvicendarsi di una nuova tecnologia, quindi:

1.      Prima generazione, ovvero test immunocromatografici lateral flow.

2.      Seconda generazione, che sono test a lettura immunofluorescente che necessitano dell’uso di una strumentazione. L'intervento del macchinario influisce decisamente sui valori di specificità e sensibilità, che risultano nettamente più alti dei test di prima generazione

3.      Terza generazione, test con lettura in fluorescenza ma applicando una tecnica di metodo in microfluidica

I tamponi di ultima generazione, avendo valori di sensibilità e specificità alti, possono sostituire a tutti gli effetti il tampone molecolare.

Purtroppo, la strumentazione richiesta dalla tecnica microfluidica è disponibile in maniera molto limitata a livello produttivo e commerciale, questo rende di fatto questi tamponi non di comune accesso.

Mentre il concetto di ultima generazione di tamponi sembra limitarsi alla tecnologia utilizzata, non è improprio fare riferimento a generazioni più recenti anche nel caso di tamponi immunocromatografici lateral flow, i quali hanno visto nei mesi un costante innalzamento del livello qualitativo dei reagenti utilizzati. Questo consente di fare riferimento a nuove generazioni di tamponi, anche se questi utilizzano una tecnologia considerata di prima generazione.

il Ministero della Salute raccomanda il ricorso a test antigenici rapidi purché abbiano i seguenti requisiti minimi di performance: ≥80% di sensibilità e ≥97% di specificità.

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